'Tante idee dell'India'. Un dialogo tra Antonio Franchini e Antonio Tabucchi, due viaggiatori inconsapevoli

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Abstract

Il contributo parte da un confronto tra due narrazioni di viaggio uscite nel 2010, Signore delle lacrime di Antonio Franchini e Viaggi e altri viaggi di Antonio Tabucchi. Tabucchi, ritornando a riflettere sulla genesi del romanzo Notturno indiano (1984), afferma che non l’avrebbe scritto con la quantità di informazioni sull’India raccolte nel frattempo e che è proprio l’inconsapevolezza il suo « salvacondotto » davanti all’ignoto. Anche Franchini, alla fine del suo viaggio-meditazione lungo il Gange, raggiunge uno stato di inconsapevolezza. Ma ci sono delle differenze fondamentali. Mentre il paradosso della molteplicità per Tabucchi è una verità alla quale si può fingere di credere, e dunque l’inconsapevolezza è una costruzione, il paradosso di Śiva insegna a Franchini che l’imperfezione fa parte della creazione e dunque che l’inconsapevolezza è un modus vivendi immanente. In ambedue i casi il viaggio è prima di tutto una riflessione sulla morte che permette di ristabilire il contatto tra vivi e morti.
Original languageItalian
Pages (from-to)731-747
Number of pages17
JournalItalies - Université de Provence
Volume17/18
Issue number2
Publication statusPublished - 2014

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